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Quello che blogger, stampa e media dicono dei miei libri

su E LEDA INVENTÒ IL MONDO

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Interviste e Recensioni E Leda inventò il mondo

su LO CHIAMARONO GIGI POTTER

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Interviste e Recensioni Lo chiamarono Gigi Potter

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su MOSAICO NAPOLETANO

La recensione di Sannio Teatri e Culture

La recensione di Sannio Teatri e Culture

“Una lettura avvincente, uno di quei libri che i resoconti stereotipati direbbero “si legge tutto d’un fiato”, ma che oltre la retorica risponde a un dato di fatto: si inizia a leggere per caso e non si smette più fin quando non si arriva all’ultima pagina…” Per...

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Intervista Dol’s Magazine

Intervista Dol’s Magazine

“Ha lasciato Napoli per Milano, ma porta la sua città sempre nel cuore, in attesa di tornarvi. E, per sentirla più vicina, la rende protagonista dei suoi romanzi…” Per leggere il resto della bella intervista a cura di Chiara Santoianni, clicca qui: INTERVISTA A...

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La recensione di Marta Compagnone

La recensione di Marta Compagnone

“Imbattersi nel libro giusto, questo il segreto. E proprio come una leggera brezza di primavera, le pagine di Mosaico napoletano, ultima opera della scrittrice partenopea Daniela Carelli (Segmenti editore), hanno accarezzato questi assolati pomeriggi d’aprile…” Per...

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Interviste e Recensioni E Leda inventò il mondo

su VADO A NAPOLI E POI… MUOIO!

Recensione di Fuori dal Comune

L’Associazione Clio Cultura ha dedicato al romanzo una recensione… fuori dal comune
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Recensione IlPunto24.it
La bella e attenta recensione a cura di Carmen Lo Presti, direttore de IlPunto24.it.

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Recensione Legenda Letteraria

La splendida recensione del mio secondo romanzo “Vado a Napoli e poi… MUOIO!”, a cura di Marta Compagnone.

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Recensione Loredana Limone

Loredana Limone, scrittrice della fortunata saga di Borgo Propizio, pubblicata da Salani e attualmente al terzo capitolo, ha scritto questa preziosa recensione pubblicata sul suo blog di FaceBook e nei più importanti gruppi di lettura presenti sul social network.

“Il sentirmi figliastra della mia terra natia comporta che generalmente io non legga libri contemporanei su Napoli, i quali spesso fanno male a me e, più ancora, alla città. Salvo rare eccezioni (Mozzillo, Ossorio): come stavolta, che ho trovato una chicca. “Vado a Napoli e poi… MUOIO!” (Sensoinverso) è la storia di una napoletana a Milano; innamoratasi di un lombardo, che è la voce narrante, lo porta in visita nelle feste natalizie. Ideologia politica a parte, è una storia simile alla mia. Però io non fui, con colui che sarebbe divenuto mio marito (ebbi l’anello di fidanzamento in quell’occasione), un anfitrione bravo come Linda, protagonista di questo romanzo che lascia nel cuore una sorta di felicità mista a nostalgia: il romanzo di Daniela Carelli, una napoletana che – finalmente! – non si piange addosso e, con autenticità, costumatezza e bella scrittura sfata i pregiudizi del nord verso il sud, ma anche viceversa.”
(Loredana Limone)

Recensione Sannio Teatri e Culture

La bella recensione del mio secondo romanzo “Vado a Napoli e poi… MUOIO!”, a cura di Elide Apice.

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Recensione Golem Informazione

Ed ecco a voi la complessa recensione del mio romanzo a cura di Roberto Ormanni per la rivista Golem, comprensiva di un’interessante analisi storica e sociale sugli annosi mali della mia meravigliosa e vituperata città.
Che dire: sono orgogliosa e ringrazio Roberto, anche per la correzione inerente Piazza Sannazzaro. Confesso che l’errore di battitura ha fatto trasalire anche me quando ho riletto il libro, ma ormai era troppo tardi. Indi per cui: doppi ringraziamenti!

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Intervista Milano Platinum

“DANIELA CARELLI, UNA VITA A TUTTA MUSICA”.

Il bell’articolo su Daniela, firmato da Aldo Minari per Milano Platinum.

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Recensione di Carmine Monaco per Liberarti

Premetto che Daniela Carelli è una mia carissima amica da tanti anni e che, quando leggo, non lascio che l’amicizia influisca troppo sul mio giudizio complessivo. Ammetto che avevo, anzi, un pregiudizio negativo iniziale, e cioè che il libro potesse essere ispirato o somigliare in qualche modo a “Benvenuti al Sud”, e non è così: il testo di Daniela è totalmente diverso. Premetto che, nel corso della mia vita e dei miei tantissimi spostamenti di e per lavoro, ho conosciuto molti Fabrizio Castiglioni, il protagonista fondamentalista padano del suo romanzo Vado a Napoli e poi… muoio!, edito da SensoInverso. Premetto ancora che, per i primi anni della mia vita, ho vissuto felicemente a Savona (città che adoro) e che mi manca quasi tutto della Liguria (la cucina, i luoghi, il mare gelido anche d’estate, l’alba e il profumo dell’aria che cambia appena fai due passi e ti trovi in montagna, sempre col mare alle spalle), una terra dove mi sono sempre sentito a casa, tranne quando qualche scostumato – tra tante persone perbene – non rilevava un mio presunto stato di “ospite” (usavano un’altra parolina, in verità), in quanto figlio di napoletani residenti a Savona; e premetto, concludendo, che fino ai ventun anni parlavo un italiano perfetto, “arricchito” di sfumature lievemente liguri e soprattutto privo di accenti meridionali: quindi, lungi da me qualsiasi forma di antinordismo preconcetto.

Andando al sodo, la prima volta che mi sono scontrato davvero con un fondamentalista padano come Fabrizio Castiglioni avevo, appunto, ventun anni (quindi l’episodio è avvenuto più di venticinque anni fa), quando Bossi era solo un nessuno e la Lega portava al bar al massimo tre o quattro fuori di testa che non trovavano una collocazione seria negli altri partiti, giusto per farsi un camparino. I soldi e il supporto mediatico di Berlusconi non erano ancora arrivati e a Pontida ci andavano a piedi, se non rimediavano un passaggio, a farsi una salsicciata. Eppure al Nord la repulsione, il pregiudizio e l’odio verso i meridionali e il Sud erano già palpabili in tanti strati sociali, ed è su quei “sentimenti” che la Lega ha poi costruito il suo successo. Un esempio tra i tantissimi che potrei fare: dopo un colloquio durato oltre due ore, cordiale e a tratti persino amichevole, dopo aver iniziato a programmare anche alcune attività, questo “imprenditore” trevigiano, colpito dalle mie idee e dalle tante iniziative che in pochissimo tempo gli avevo già posto sul tavolo in maniera concreta e fattibile, mostrando di poter svolgere più che bene il mio lavoro di concessionario della sua attività a Roma, mi chiede sorridendo di dove sono e io gli rispondo:
«Sono nato a Napoli ma ho stud…» Non mi lasciò neppure terminare la frase:
«Allora mi dispiace, noi non lavoriamo coi meridionali!», rispose lui, alzandosi dalla sedia. Non mi lasciò il tempo di dire che avevo già viaggiato e studiato tanto, per uno della mia età, che già da due anni avevo lasciato Napoli, dove avevo vissuto in tutto quattordici anni, senza riuscire mai davvero a “integrarmi”, nonostante amassi da morire la città e la sua grande cultura, e che ero andato via per problemi “caratteriali” (non ne sopportavo le “condizioni ambientali”), rifiutando persino una possibilità di lavoro per la quale i miei amici avrebbero fatto carte false. Avrei potuto dirgli tante altre cose, se me ne avesse lasciato il tempo.
«E io non lavoro con quelli come lei», risposi uscendo, senza dargli la mano. È da quel giorno che ho deciso di affinare l’accento e la padronanza della mia lingua madre: quella Napoletana.

Nel mondo di questo imprenditore trevigiano, il Sud era, è e sarà visto ancora a lungo come il Nemico. Il Fabrizio Castiglioni protagonista del romanzo di Daniela Carelli, è (o dovrebbe essere) come lui: uno che mai nella vita avrebbe immaginato di potersi innamorare di una napoletana passionale e volitiva come Linda, con la quale inizierà un conflitto a volte esilarante, spettacolare, una vera e propria guerra durante la quale, per motivi che non vi rivelo, si fa coinvolgere fino a decidere di passare le sue preziose vacanze natalizie nell’ultima città al mondo che avrebbe sognato e desiderato visitare: Napoli.

Fabrizio, inizialmente, si lascerà irretire e conquistare soprattutto dalle magie culinarie di Linda: dagli gnocchi alla sorrentina ai rococò, dai taralli ‘nzogna e pepe ad una serie di delizie per lui inimmaginabili, e alla fine metterà il suo piedino padano nella tanto detestata città. E qui sta la bella intuizione di Daniela Carelli: sarà lui stesso, Fabrizio, a scrivere il diario in cui racconterà, giorno per giorno, gli itinerari turistici e artistici in cui sarà guidato talvolta dalle stesse circostanze, in un flusso apparentemente casuale e a volte caotico (come ci si aspetta da una città come Napoli), mostrandosi man mano sempre più coinvolto dalla città e trascinando il lettore allo stesso modo in cui lui si lascerà trasportare dalla vitalità di una terra complessa, a volte spiacevole, ma sempre ricca di sorprese bellissime, di persone e personaggi che valgono da soli interi romanzi, e alla fine capirà “col cuore”.

Quella di Daniela è una bella e piacevole favola “sentimental-topografica”, ricca di mappe e itinerari artistici, culturali e culinari necessari per scoprire il vero cuore della città, narrata con una passione e un amore così intensi che, spesso, hanno fatto venire la voglia di tornarci anche a me. Una favola divertentissima, di quelle che a volte si realizzano. Una di quelle che parlano della realtà in maniera leggera ma non superficiale, che ti aiutano a capire, appunto, “col cuore” e non col pregiudizio o col rancore. Di quelle che gli enti turistici campani dovrebbero raccontare con lo stesso amore e la stessa passione.

 

Recensione sul Roma

La recensione del mio secondo romanzo “Vado a Napoli e poi… MUOIO!”, sul ROMA.

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