LO CHIAMARONO GIGI POTTER
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《Siamo un popolo di stregoni e fattucchiere in una città incompresa che intimorisce e ammalia? Forse.》
Con 𝗟𝗼 𝗰𝗵𝗶𝗮𝗺𝗮𝗿𝗼𝗻𝗼 𝗚𝗶𝗴𝗶 𝗣𝗼𝘁𝘁𝗲𝗿 Daniela Carelli torna a parlare di Napoli in un modo divertente e singolare.
La città viene paragonata al mondo magico di Harry Potter con tutti gli elementi che lo caratterizzano. Ci sono Silente ed Edvige, il trio che poi diventa molto più folto e persino Luna Lovegood.
Ma soprattutto c’è lui: il castello.
L’imponente castello di Hogwarts è in questo caso sostituito dal Maschio Angioino e i dissennatori al posto del mantello hanno la moto e le pistole.
È stata una lettura divertente, ma anche illuminante. Ciò che più mi ha colpito è stato proprio il modo in cui l’autrice ha paragonato le due realtà. Ci sono tantissimi riferimenti ai quali non avevo mai pensato, ma che invece ho trovato molto azzeccati.
Proprio come la frase che ho scelto di scrivere all’inizio, perché, da napoletana, ammetto che Napoli è una contraddizione continua, una città spesso bistrattata e maltrattata. Un covo di cose che intimoriscono, spaventano e fanno arrabbiare tantissimo, ma ha un fascino incredibile che non smette di esercitare da sempre.

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