di Kader Abdolah (Iperborea)

Aga Jan è un uomo influente, capo del bazar, capofamiglia della casa della moschea: un luogo antico in cui il verbo del Corano viene studiato e tramandato nei secoli quale veicolo di rettitudine e saggezza.
È attraverso i suoi racconti che veniamo a conoscenza di un Islam misurato, morigerato, che mette al centro di tutto la famiglia e il rispetto per la natura, per gli animali e per Allah. Un Islam che ci riporta alla memoria le favole della mille e una notte e che come una favola verrà dimenticato per lasciare il posto al fondamentalismo, alla violenza e all’intolleranza.
Sarà Ata Jan stesso a descrivere gli anni che hanno cambiato e stravolto una cultura millenaria, anni in cui il popolo persiano è stato costretto a scegliere tra due correnti opposte, ugualmente prepotenti e devastatrici: da un lato lo Scià e l’Occidente, capeggiato dall’America che preme per imporsi con nuovi usi e costumi, dall’altro l’ayatollah Khomeini che diventerà leader di un movimento integralista, giustizialista e oscurantista.
Attraverso la saga della famiglia di Ata Jan vivremo l’angoscia di chi viene gettato nel caos, la frustrazione per le forme più bieche di tradimento, il dolore per la morte e per la distruzione di qualsivoglia ideale di giustizia, e il rimpianto per un mondo ormai perduto per sempre.
Un libro dolceamaro che tristemente ci riporta ai tempi attuali, che ci racconta che la violenza porta inevitabilmente alla distruzione. Un libro che dovrebbe essere monito e insegnamento per chi è capace ancora di imparare.
Buona lettura a tutti!

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