di Gail Honeyman (Garzanti Libri)

Eleanor Oliphant è un nome strambo, come chi lo porta: una trentenne dal carattere ispido, incapace di socializzare, noiosa e misantropa, saccente e spigolosa. Eleanor e le sue assurde manie.
Eleanor che giudica ed è giudicata. Aliena in una società che la emargina. La isola come tutto ciò che non si uniforma agli standard.
Eleanor che non si cura di nessuno, che si trincera dietro l’antipatia per non rendere conto a un prossimo che a sua volta non riesce a comprendere, per quanto si sforzi.
Eleanor che si difende dagli altri e da un passato che non può, che non vuole ricordare. E per questo sogna e costruisce castelli. E per questo subisce una madre che gode nell’umiliarla. Tutto va bene pur di stordirsi e di non pensare. Anche la vodka. E la solitudine. La solitudine estrema.
Poi all’improvviso arriva Raymond; così insopportabile. Così dolce. Così… umano. E con lui Sammy e la sua famiglia. E tutto cambia. Pagina dopo pagina, nei panni della protagonista, il lettore scopre misteri, segreti e dolori che si celano dietro la sua maschera impenetrabile; e in un gioco pirandelliano, magistralmente orchestrato, viene colto dal “sentimento del contrario” fino ad amare questa anti-eroina per cui si troverà a nutrire una sconfinata ammirazione.
Un romanzo da leggere e da ricordare.
Buona lettura a tutti.

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