di Dominique Fernández (Colonnese Editore).

Siamo nel XVIII secolo.
Questa è la storia di Vincenzo, nato in un villaggio rurale, in una realtà che sente stretta, monotona, come la sua esistenza, come il suo nome per discendenza e tradizione uguale a quello di molti altri abitanti del paese. È da questa massificazione che Vincenzo sfugge suo malgrado, venduto dal padre all’arte del bel canto sul cui altare viene sacrificata la sua virilità.
Questa è la storia di Vincenzo, l’ultimo castrato. Porporino è il nome d’arte che il Principe di Sansevero, suo tutore, sceglierà per lui. Un nome che lo distinguerà dagli altri facendogli scoprire che dietro all’unicità si può celare tanto il dolore quanto il piacere di sentirsi privilegiati.
Questa è la storia di Napoli, la Superba, la Magnifica; capitale del Regno delle Due Sicilie, polo europeo di arte, musica e innovazione, progressista e decadente, governata dal giovane e scellerato Ferdinando di Borbone, che ha poco dei tratti di Carlo, l’illuminato padre.
Questa è una storia vivida come un affresco dalle tinte forti e dai contrasti stridenti.
Insieme e attraverso Porporino il lettore scoprirà le bellezze e le nefandezze della città; si perderà nella voluttà di prelibatezze uniche al mondo; frequenterà i salotti nobili in cui incontrerà Mozart, Casanova, Lady Hamilton; assisterà alla nascita di Cappella Sansevero e di compositori come Cimarosa, si sentirà irrimediabilmente attratto e atterrito da Raimondo di Sangro, il geniale, folle e visionario Principe di Sansevero; condividerà i tormenti del Duca di Maddaloni; vivrà i dissidi e le incongruenze di un’epoca recalcitrante che fatica a lasciare spazio al progresso.
Non mi resta che augurarvi buona lettura!

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